lunedì 24 luglio 2017

LA LUNGA STORIA DELLA COMUNITA' COLLINARE DEL FRIULI - UN CONSORZIO VOLONTARIO DI COMUNI DI GRANDE SUCCESSO


La lunga storia della

"Comunità collinare del Friuli"

Colloredo di Monte Albano (Ud).
 
UN CONSORZIO

VOLONTARIO DI COMUNI

 DI GRANDE SUCCESSO

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Tratto dal sito ufficiale
della
“Comunità collinare del Friuli”
 


La Comunità Collinare del Friuli, organismo consortile, ideato con lungimiranza dal suo primo presidente Titta Metus, è stato costituito il 16 aprile 1967, con specifico atto notarile, sottoscritto presso l'ala ovest del Castello di Colloredo di Monte Albano, gentilmente concesso per l'occasione dal conte Alessandro Ricardi di Netro per rendere più solenne la cerimonia della nascita dell'allora unica e originale realtà amministrativa sovracomunale della Regione Friuli Venezia Giulia.

I primi Comuni che avevano dato la loro adesione erano stati: Buja, Cassacco, Colloredo di Monte Albano, Coseano, Dignano, Fagagna, Majano, Martignacco, Moruzzo, Osoppo, Povoletto, Ragogna, Rive d'Arcano, San Daniele del Friuli, San Vito di Fagagna e Treppo Grande.

Con l'approvazione del primo statuto, si prevedeva la gestione in forma associata di diversi compiti e servizi d'istituto che i singoli Comuni, o non avevano ancora istituito o non erano nelle condizioni economiche di gestire da soli; anticipando in tal modo di oltre venti anni ciò che lo Stato sancirà con legge nel 1990.
Titta Metus in quel periodo era consigliere regionale e come tale cercò di informare e sensibilizzare la realtà istituzionale ed economico-produttiva del Friuli Venezia Giulia della necessità della consorziazione tra enti locali finalizzata alla creazione dell'auspicato quanto contrastato “Comprensorio”.

Dopo alterne vicende la Regione concesse il riconoscimento giuridico con decreto n° 54 del 27 maggio 1970, istitutivo della “Comunità Collinare del Friuli” quale consorzio volontario dei seguenti 13 Comuni: Cassacco, Colloredo di Monte Albano, Dignano, Fagagna, Forgaria nel Friuli, Majano, Moruzzo, Osoppo, Ragogna, Rive d'Arcano, San Daniele del Friuli, San Vito di Fagagna e Treppo Grande. Buja e Coseano aderirono successivamente.

La nuova realtà consortile si doterà di un più adeguato statuto con ampie previsioni di finalità e scopi, nonchè servizi sociali da gestire in forma associata. La nuova assemblea formata dai Sindaci e da due delegati per Comune, uno dei quali della minoranza, riunitasi nel Municipio di Colloredo, dove era stata fissata la sede legale, riconfermò alla presidenza Titta Metus e nominò due vicepresidenti: Ferruccio Munari, consigliere di Fagagna e Giovanni Melchior, Sindaco di Rive d'Arcano.


Dal 1970 al 1975 il consorzio diede vita a diverse iniziative, istituendo la segreteria,
gli uffici amministrativi e l'ufficio tecnico-urbanistico che, dotati di personale, assistevano i Comuni privi di tecnico comunale, dando inizio alla progettazione di molte opere pubbliche: fognature, depuratori, cimiteri, ambulatori, ponti e strade ed altre opere di competenza comunale. Fu inoltre affrontato il problema della raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani e la costruzione del grande centro sociale-casa di riposo di Fagagna, progettato a servizio di tutto il territorio collinare. (...)"

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E OGGI, DOPO L'ISTITUZIONE  OBBLIGATORIA DELL'UTI COLLINARE, QUALE LA REALTA' DI QUESTO GLORIOSO CONSORZIO?

 
Otto Comuni soci della Comunità Collinare  hanno deliberato la non trasformazione in UTI della Comunità Collinare stante che quest'ultima - una realtà consortile di grande successo  creata su base volontaria nel lontano 1967 - sarebbe stata cancellata in forza dell'art. 40 della legge regionale 26/2014 di riforma enti locali con tutti i problemi burocratici e finanziari che ne sarebbero seguiti oltre alle pesanti differenze statutarie  - anche in termini di minore democrazia interna nelle Uti - imposte dalla legge regionale di riforma enti locali (Uti).

Oggi dunque coesistono sia la gloriosa Comunità  Collinare che l'UTI Collinare: quest'ultima risulta formata solo da sette Comuni:
  

"dal 15 aprile 2016 è costituita l'Unione Territoriale Intercomunale  "COLLINARE" fra i Comuni di Coseano, Fagagna, Flaibano, Majano, Moruzzo, Rive d'Arcano e Treppo Grande".
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Legge regionale 12 dicembre 2014, n. 26

Riordino del sistema Regione-Autonomie locali nel Friuli Venezia Giulia. Ordinamento delle Unioni territoriali intercomunali e riallocazione di funzioni amministrative.

 
 
VEDI ART. 40
 
scioglimento di forme collaborative
 
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PERCHE' SI E' CANCELLATO

ANCHE CIO' CHE FUNZIONAVA

PERFETTAMENTE?


LA REDAZIONE DEL BLOG
 
 

4 commenti:

  1. Le UTI sono state IMPOSTE dalla Giunta regionale partendo dal presupposto che i Comuni spontaneamente non si sarebbero consorziati: ciò non corrisponde al vero e la "Comunità collinare del Friuli" ne è un esempio. Inoltre nelle UTI i Comuni - a causa del voto ponderale - non hanno lo stesso peso in Assemblea e i Comuni più piccoli sono emarginati e non contano nulla.

    La volontarietà della adesione dei comuni inoltre era un valore primario ora cancellato con la inelastica e rigidissima riforma enti locali targata Panontin-Serracchiani.

    COME CANCELLATI SONO STATI I PRINCIPI COSTITUZIONALI DELLA "ADEGUATEZZA" E SUSSIDIARIETA'" SOSTITUITI DA UNA INACCETTABILE IMPOSIZIONE DALL'ALTO CHE NON LASCIA SPAZIO ALLA AUTONOMIA COMUNALE PREVISTA DALL'ART. 5 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA.

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  2. La "Comunità Collinare del Friuli" è stata - e lo è ancora nei limiti che ora le sono stati IMPOSTI - un consorzio volontario di grande successo perchè si reggeva sulla base dei principi costituzionali della "SUSSIDIARIETA'" e "ADEGUATEZZA" e del rispetto dell'autonomia di ogni Comune.

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  3. Per la Giornata dei corregionali all'estero, nel sito della regione, in un comunicato stampa, hanno scritto "i fogolar furlan" senza neppure una S: si vede che per loro il friulano è addirittura una lingua straniera, e pertanto in quel caso non si trascrivono le flessioni dei plurali ...

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    1. AL SOLITO.... COME SEMPRE, NESSUNA ATTENZIONE ALLA GRAMMATICA DELLA LINGUA FRIULANA NEI SITI UFFICIALI DELLA REGIONE!

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