venerdì 1 aprile 2016

IL SENSO DELLE RIFORME - COMUNICATO STAMPA





 
Comitato per l'autonomia
e il rilancio del Friuli

COMUNICATO STAMPA

30 marzo 2016

Il senso delle riforme


Ci piacerebbe che qualcuno ci spiegasse il senso delle riforme in corso di attuazione a livello nazionale e regionale da parte del centrosinistra poiché siamo passati, in un decennio, dalle riforme del governo Prodi che andavano in qualche modo verso una valorizzazione delle Autonomie a quelle del duo Renzi – Serracchiani che vanno in senso opposto e, soprattutto, in modo più deciso da parte di quest'ultima.

Non ci sono altre letture possibili della riforma degli Enti locali, con lo spezzettamento del Friuli in 17 piccoli governatorati (più quello triestino che copia l'attuale provincia, diversamente da tutto il resto della Regione), con risparmi del tutto indimostrati,  con la riforma della sanità che aggrava ulteriormente la sperequazione delle risorse destinate alla capitale regionale a spese del resto del territorio e alla “riforma” della cultura.

Sulla politica per l'acqua assistiamo addirittura ad una giravolta di 180 gradi.

Perché?

Potremmo dare una lettura semplicistica e cioè, visto che l'area triestino-monfalconese, per ragioni storiche, garantisce al centrosinistra una certa maggioranza alle elezioni, allora vi si concentra con vari meccanismi il potere spogliando così il Friuli di ogni democratica autonoma scelta gestionale e politica, ma basterebbe leggere con più attenzione i dati elettorali per capire che tale ragionamento è illusorio, come hanno potuto verificare tutti coloro che hanno fatto leggi elettorali e riforme finite col premiare altre parti politiche; in ogni caso sia l'Italicum che la riforma delle UTI sembrano avere alla base questo ragionamento.

O forse vi è l'erronea convinzione che la centralizzazione del potere permetta al sistema socio-economico di essere più competitivo nel mercato globale.

Il ragionamento allora è decisamente schizofrenico, visto che da un lato si punta sulla specificità del territorio e delle sue produzioni agricole mentre dall'altro si vuole confondere tutto in una inesistente unità friulveneziagiuliana, per altro asservita alle decisioni prese in piazza Unità.

In ogni caso, che siano per motivi elettoralistici o per una ipotetica maggior competitività del sistema socio-economico, le riforme ci appaiono dannose per il Friuli. E che il passaggio di Sappada venga legato ad ulteriori “riforme” ci appare assurdo, assurdo poiché i diritti di una popolazione per la lingua, le scelte amministrative, la propria autonomia, non possono dipendere dalla supina accettazione di regole decise altrove, tanto è vero che nessuno chiede alla Sicilia di uniformarsi ai livelli di entrate e di spesa del F-VG per poter mantenere la propria autonomia speciale!

Meno autonomia dei territori, meno risorse per la sanità (fino alla folle chiusura della maternità e della pediatria a Latisana e la chiusura dell’unico ospedale antisismico esistente in Friuli) meccanismi di voto penalizzanti: certamente la strada imboccata dal governo statale e regionale non porterà più benessere e più diritti ai friulani.

il presidente
Paolo Fontanelli


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