sabato 3 gennaio 2015

"UDINE, ASPETTA E SPERA" di Roberto MEROI



UDINE

ASPETTA E SPERA


(…) E Udine? Udine sta a guardare. Aspetta e spera in un politico nuovo, capace di uscire dagli schemi partitici, che abbia grinta e possibilmente sia campanilista fino in fondo. Come lo sono altrove.

Roberto Meroi

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UDINE ASPETTA E SPERA

di Roberto Meroi

21 dicembre 2014
IL GAZZETTINO (UD)

Si prefigurano, sempre più, tempi difficili per il Friuli, già falcidiato dalle innumerevoli e continue chiusure di aziende e attività, ed ora alle prese con l'avanzare di due riforme regionali che metteranno ulteriormente in ginocchio il territorio: quella sanitaria (che porterà alla chiusura o al ridimensionamento di più d'uno degli ospedali friulani) e quella degli enti locali (che dividerà il Friuli in ben 16 ambiti territoriali).

E si paventa una situazione ancor più grave per Udine, in questi ultimi anni pressoché abbandonata dalle istituzioni. La mancanza di politici udinesi davvero da considerarsi tali, sta penalizzando in modo grave la più grande città del Friuli, a vantaggio principalmente dei centri di Pordenone e Trieste.

Pordenone, negli ultimi anni, è riuscita a rivaleggiare alla grande con Udine. Nuovo teatro a Udine? Ebbene: nuovo teatro anche a Pordenone! Nuovo palazzo della Regione a Udine? Allora: nuovo palazzo della Regione anche a Pordenone! Nuovo ospedale a Udine? Nuovo ospedale subito anche a Pordenone! E l'elenco delle contrapposizioni potrebbe continuare in più settori: dall'informazione giornalistica alle fiere campionarie, dal settore culturale a quello sanitario. Pordenone vorrebbe ottenere una università tutta sua. Si pensi che a Pordenone si è persino ipotizzato di costruire un nuovo stadio per il calcio da 20 mila spettatori! Ora Pordenone vorrebbe estendere il suo comune inglobando quelli viciniori per raggiungere i sospirati 100 mila abitanti.

Sulla città di San Giusto ho già scritto parecchio nel recente “Mandi Trieste”. Quanto abbondantemente documentato nel mio libro andrebbe però costantemente aggiornato: dai recenti milioni arrivati per la piattaforma logistica a quelli per la ferriera, da quelli dati dalla Regione per il teatro Verdi a quelli per il sincrotrone. Sono fresche di questi giorni le notizie che testimoniano il gran da fare che si sta dando la giunta regionale a favore di Trieste. Il 10 dicembre dall'assessore regionale alle finanze veniva siglato un accordo di programma con il Demanio e i Comune di Trieste per consentire la riqualificazione dell'ex caserma di via Rossetti. Il giorno seguente, l'assessora regionale all'istruzione e quella alle infrastrutture andavano ad inaugurare una nuova casa dello studente a Trieste da 6,4 milioni di euro. Venerdì 12 dicembre veniva organizzato dalla Regione un incontro in Montenegro “per accrescere il turismo di lusso e creare nuove opportunità di sviluppo nel golfo di Trieste”. Intanto, la presidente della Regione partecipava a Trieste ad un incontro per definire le modalità “per la manovra ferroviaria unica all'interno del porto triestino”. In contemporanea, l'assessora regionale alle infrastrutture andava a firmare un accordo di modifica al cronoprogramma per il collegamento viario tra la cosiddetta Grande Viabilità Triestina e il polo ospedaliero di Cattinara (che verrà ristrutturato e ampliato con accanto il nuovo Burlo Garofolo a sei piani: dalla Regione Friuli-VG già a disposizione 140 milioni di euro).

E Udine? Udine sta a guardare. Aspetta e spera in un politico nuovo, capace di uscire dagli schemi partitici, che abbia grinta e possibilmente sia campanilista fino in fondo. Come lo sono altrove.
 
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GRANDE UDINE

OCCASIONE UNICA
 

di Roberto Meroi

Il Gazzettino (Ud)
Sabato 6 dicembre 2014


Il numero degli abitanti del comune di Udine raggiunse il suo apice nel 1976, allorché anagraficamente vennero superati i 104 mila residenti. Da allora, iniziò una progressiva parabola discendente, conseguenza anche delle leggi di ricostruzione abitativa agevolata nei comuni danneggiati dagli eventi tellurici di quel 1976.
Gradualmente, una buona fetta di popolazione udinese prese casa nelle località periferiche dove venivano proposti nuovi alloggi più economici. Il comune di Udine, per la prima volta nella sua storia più che millenaria, cominciò a veder diminuire i suoi residenti al punto che arrivò a perderne circa 10 mila nell'arco di una ventina d'anni. Contestualmente, tutti i comuni dell'hinterland si ritrovarono con un considerevole aumento di residenti, che erano ex udinesi nella maggioranza dei casi.

Negli anni Duemila è iniziata una costante ripresa con molte nuove iscrizioni anagrafiche nel comune di Udine che superano sia il saldo naturale tra nati e morti sia le cancellazioni (che comunque continuano a registrare lo spostamento della maggioranza della gente sempre nell'hinterland), cosicché ora Udine ha nuovamente toccato la soglia delle 100 mila unità. Già in occasione del censimento nazionale dell'ottobre 1981, gli 11 comuni confinanti con quello di Udine avevano raggiunto in totale le 62 mila unità. I dati Istat di fine 2013 avevano registrato un ulteriore incremento nelle iscrizioni fino a far raggiungere i 77 mila abitanti complessivi.

I vantaggi di un unico grande comune sarebbero indubbi. Forse, addirittura, maggiori per i futuri “nuovi” udinesi che per i “vecchi” residenti a Udine. Ad esempio, le linee degli autobus urbani raggiungerebbero comodamente tutte le piazze delle varie nuove frazioni udinesi e i potenziali fruitori di una popolazione quasi doppia dell'attuale, potrebbero fare sì che le corse giornaliere venissero aumentate con evidenti benefici e risparmi per tutti, unitamente alla diminuzione del traffico veicolare privato e, di conseguenza, dell'inquinamento. Gli uffici amministrativi degli attuali comuni potrebbero fungere comunque da anagrafe e svolgere in loco, come fossero delle circoscrizioni comunali, tutte le pratiche attinenti alle varie prerogative del comune, dalle concessioni urbanistiche all'assistenza sociale. Anche nei settori della cultura e dello sport, le associazioni, presentandosi tutte assieme con un unico progetto “a rete”, potrebbero avere possibilità maggiori di finanziamenti regionali. Non ultimo, il risparmio che si otterrebbe con la riorganizzazione dei servizi amministrativi potrebbe creare economie di scala che libererebbero a loro volta risorse per altri settori. In fin dei conti, anche per il cittadino dell'hinterland dovrebbe essere motivo d'orgoglio poter dire di essere di Udine, una città di circa 200 mila abitanti, quindi tra le prime 20 più popolose d'Italia.

La riforma regionale degli enti locali è, dunque, il momento propizio per fare il grande passo tutti assieme. O si coglie ora questa opportunità, dimostrando intelligenza e lungimiranza, oppure si persevererà a coltivare perennemente il proprio orticello, magari continuando a baruffare con il sindaco del comune vicino. Pensando di essere ancora nell'Ottocento e non già nel XXI secolo.

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2 commenti:

  1. Trieste? Tra un litigio cittadino e l'altro, ha la fortuna di avere politici super-campanilisti e senza complessi di inferiorità.

    Il Friuli? Ha la sfortuna di avere politici timorosi di essere accusati di campanilismo anche quando in realtà richiedono quanto spetta di diritto al Friuli. E per non apparire "provinciali" appoggiano sempre con entusiasmo ogni richiesta del Campanile di San Giusto....

    Udine? Priva in Consiglio regionale e in Giunta di appoggi politici (sia di destra, che di centro, che di sinistra!), si vede sistematicamente negato quanto gli spetta di diritto.

    Pordenone? Bolzanello, pezzo da novanta della Giunta Serracchiani, è stato a lungo Sindaco di questa città...

    Gorizia e Udine? Prossimamente a "Chi lo ha visto"!

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  2. Giovedì 8 Gennaio 2015, Il Gazzettino

    Il futuro di Udine - TANTE PAROLE, POCHI FATTI

    "Non si può non condividere la preoccupazione espressa da Roberto Meroi nell’articolo "Povera Udine, aspetta e spera". Effettivamente sembra che in Fvg progetti importanti che riguardino il capoluogo non ce ne siano e che le migliori risorse vengano investite altrove, a Trieste in primis.

    L'amministrazione retta dal sindaco Honsell, che batteva i pugni quando si trattava di rivendicare qualcosa con la giunta Tondo, pare sia diventata improvvisamente muta adesso che la Regione è retta dalla (in teoria amica) Serracchiani.

    Di meglio non fanno nemmeno quei consiglieri regionali (Riccardi e Colautti, tra gli altri), espressione del territorio udinese anche se non nati nel capoluogo, che hanno dichiarato che la nuova legge regionale di riforma degli enti locali è un serio rischio per i piccoli comuni della cintura udinese che potrebbero rimanere fagocitati dalla "grande" Udine.

    Insomma, non ci facciamo mancare niente ed intanto agli interessi di questa città e del suo territorio in pochi sembrano pensare.

    Lorenzo Pegoraro - Udine"

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