sabato 7 giugno 2014

LA POLITICA CULTURALE REGIONALE VA MODIFICATA !




Comitato per l'Autonomia e il Rilancio del Friuli
Udine
 

COMUNICATO STAMPA
 

LA POLITICA CULTURALE REGIONALE
VA MODIFICATA!
 
"Noi crediamo che il criterio più corretto per ripartire i fondi debba essere quello della qualità e della tutela delle esperienze culturali diffuse sul territorio e non quello dei costi storici di gestione."
 
 
 
Una settimana fa l'assessore Torrenti dichiarava a un noto giornale locale:

Ogni settore economico e sociale candida qualcuno – aggiunge l’assessore – e il settore della cultura di Trieste ha puntato su di me. Tutti i settori economici hanno rapporti con le pubbliche amministrazioni ed è normale che, nel rispetto dalla legge, le campagne elettorali vengano finanziate da qualcuno e che quel qualcuno siano le persone e le realtà più vicine al candidato (…)
Certamente non vi è nulla di male (forse) se una cooperativa triestina decide di dare un contributo di ben 10 mila euro per la campagna elettorale regionale del Presidente del teatro di cui cura la gestione. Ognuno gioca le sue carte ed avere come consigliere regionale il proprio ex-Presidente, dunque un sicuro amico nell'arena politica, potrebbe ritornare utile. Se poi questo caro amico, non eletto poi consigliere regionale nel 2013, diventa Assessore regionale alla cultura per scelta tecnica della Presidente Debora Serracchiani, e la cooperativa riceve dalla Regione un finanziamento di ben 440 mila euro, allora la dichiarazione sopra riportata pone interrogativi e sorgono spontanee alcune domande:
  • lo Statuto regionale dice, all'art.16 che “I consiglieri regionali rappresentano la intera Regione senza vincolo di mandato” Verrebbe da immaginarsi che anche gli assessori debbano seguire la stessa norma; a Torrenti è sfuggita? Perchè a vedere i criteri usati per distribuire i finanziamenti dell'assessorato regionale alla cultura, sembra proprio che l'assessore operi con un preciso “vincolo di mandato”! E non è casuale che gli attuali criteri seguiti dall'assessore Torrenti corrispondano esattamente a quanto da lui dichiarato nella sua veste di Presidente del teatro triestino Miela il 4 di novembre 2012 ad un giornalista del Piccolo di Trieste. Così infatti si leggeva “virgolettato” il 4 di Novembre 2012, sul quotidiano Il Piccolo di Trieste: «Chiederemo - spiega Torrenti - che in finanziaria si sostengano chi ha un’attività vincolata come i teatri stabili. In modo da tutelare il lavoro».

    http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2012/11/04/news/teatri-chiusi-con-i-fondi-dimezzati-1.5974215


    Ossia chiedeva che venisse finanziata e privilegiata la cultura triestina, basata prevalentemente su enti con dipendenti, diversamente da quella friulana dove invece è il volontariato a predominare. Giusto difendere il lavoro, ma perchè a farne le spese deve essere il Friuli? Noi crediamo che il criterio più corretto per ripartire i fondi debba essere quello della qualità e della tutela delle esperienze culturali diffuse sul territorio e non quello dei costi storici di gestione.
  • L'assessore non cita gli indubbi meriti della cooperativa culturale Bonawentura. Forse bastava quello per spiegare il motivo del finanziamento, invece è il fatto che “Trieste ha puntato su di me” a costituire la motivazione e la giustificazione del finanziamento. E' accettabile? E quindi sono accettabili le evidenti sperequazioni nella distribuzione delle risorse della cultura sul territorio regionale?
  • ogni settore economico e sociale candida qualcuno” In realtà sono i partiti che candidano, dice la Costituzione. Forse Torrenti vuol rilegittimare una qualche norma relativa alla Camera dei Fasci e delle Corporazioni? O forse vuole dirci che anche gli altri assessori rappresentano precisi settori economici? E qui i casi sono due: o smentiscono o spiegano al popolo friulano e triestino chi li ha candidati e perchè.
E dobbiamo ricordare anche che, come si legge nel bando per i finanziamenti regionali 
 

All'Art. 5 – ESCLUSI Non sono considerati i progetti finalizzati ad iniziative aventi ad oggetto:
a) valorizzazione delle lingue minoritarie

Forse che per l'assessore non è cultura quella fatta nelle tre lingue minoritarie regionali ghettizzate nei pochissimi e miserevoli finanziamenti che la regione eroga per la “politica linguistica di tutela” ?
 
A noi sembra che si sia passato il segno e che sia ora di una diversa idea di politica culturale in Regione e per il Friuli!
 
31 maggio 2014
 
Paolo Fontanelli

Presidente
Comitato per l'autonomia e il rilancio del Friuli
 
..............
 
Il Comunicato Stampa sopra riportato è stato pubblicato sul settimanale della Arcidiocesi di Udine, La Vita Cattolica,  giovedì  5 giugno 2014, con il significativo titolo di "ASSESSORE NEL NOME DI CHI?"
 

2 commenti:

  1. "«Il Mittelfest è un bel festival, ma non muore nessuno se salta un anno», spiega Torrenti "

    Organizzare un Festival, farlo crescere e farlo diventare famoso in tutta Italia richiede competenza, creatività e personale che lavori anche se a tempo determinato. Con quale diritto Gianni Torrenti disprezza il lavoro e la fatica di chi organizza Festival? Con quale diritto salvaguardia prima di tutto i teatri triestini e soprattutto senza alcuna valutazione sul numero spesso eccessivo ed astronomico del personale dipendente di questi teatri? Perché mai i teatri triestini non devono essere obbligati a rivedere il numero dei dipendenti fissi se questo è esorbitante?

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  2. L'assessore Gianni Torrenti ha anche la delega alle minoranze linguistiche ma, stranamente, in questo caso non tutela i posti di lavoro delle realtà strutturate e con un alto livello qualitativo, come Radio Onde Furlane e la Cooperativa che la gestisce, e come anche previsto dalla legge regionale 29/2007, ma premia chi sporadicamente in televisione, e solo se finanziato con fondi pubblici, mette in onda programmi in lingua friulana spesso anche di dubbia qualità.

    Solo i teatri triestini hanno posti di lavoro da difendere? Per il triestino Gianni Torrenti, SI' !

    Discriminatorio e incredibile poi che spettacoli o iniziative culturali in lingua friulana, slovena o germanica, siano esclusi dai bandi sui finanziamenti regionali alla cultura solo perché prodotti nelle lingue delle minoranze: in regione vige forse il regime di APARTHEID CULTURALE ? Pare proprio di sì.....

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