martedì 25 giugno 2013

RAI REGIONALE: CUMO' VONDE FEVELÂ DOME DI TRIEST !




RAI 3
REGIONALE
Cumò vonde fevelâ
dome di Triest !
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Geopolitica
del piccolo schermo


QUEL GIORNO IN FRIULI
E’ ACCADUTO SOLTANTO
LO SCANDALO


TG RAI,
 in Friuli non accade nulla


di Roberto Meroi


Non credo. Non ci credo proprio che le notizie che ha diramato il TG Regione alle ore 14.00 di sabato scorso (22 giugno n.d.r.) fossero soltanto quelle a disposizione della redazione della sede Rai di Trieste.

Non può essere possibile che in una regione con oltre un milione e duecento mila abitanti, anche se ad inizio estate, fino a quella tarda mattinata non sia successo nulla, e nemmeno il giorno prima.

Basterebbe avere dato un rapido sguardo ai quotidiani, per accorgersi che di fatti ne erano accaduti.

Dalla veglia per Tatiana Tulissi a Villanova del Judrio al funerale di Irma Hadaj assassinata a San Giovanni al Natisone. Dalla classifica dei redditi dei consiglieri regionali al riparto dei contributi della Regione alle associazioni sportive. Dall'assemblea per la nascita di una nuova lista civica a Udine all'incontro pubblico per la costruzione di un autodromo a Lavariano. Dalla tre giorni di bancarelle europee a Lignano alla partenza, sempre dalla spiaggia friulana, della “Goletta Verde” di Lega Ambiente. Dalla serie di concerti di Udin&Jazz al carnico Wild Life Rockfest. E poi, qua e là: gravi incidenti stradali, arresti per droga e per furti.

Solo alcuni esempi riguardanti la provincia udinese, non parlando poi di quella pordenonese e di quella goriziana.

Per la Rai triestina, invece, l'unico argomento extra urbano è stato l'inchiesta sul latte tossico proveniente dal Friuli. C'è stato anche un brevissimo collegamento con la redazione di Udine che ha proposto la Festa delle magnolie in via Roma.

Tutti gli altri servizi televisivi mandati in onda hanno riguardato la città di Trieste.

Si è cominciato con l'annoso problema della ferriera di Servola, poi si è passati al dibattito in corso nel comune alabardato riguardante il piano del traffico cittadino. Servizi pure per l'Istituto di oceanografia e geofisica sperimentale (con tanto di interviste sia alla direttrice dell'Ogs sia al rettore dell'Università di Trieste) e per il polo museale di Porto Vecchio. Non è mancata una capatina al Salone degli incanti dove si teneva la rassegna vinicola Vitovska. Altri servizi: uno sulla ristrutturazione del palazzo Giustinelli, un altro sul festival di musica e cultura celtica Triskell, un altro sulla rappresentazione lirica “Attila” prodotta dal Teatro Verdi di Trieste. In chiusura, la notizia dello spettacolo musicale di Simona Molinari al Cantera Social Club di Sistiana.

Tutti servizi su Trieste, dunque.

E' mancato solo un cenno al calcio ma, con la Triestina ancora delusa dalla mancata promozione in serie D e con lo stadio Rocco in attesa di sistemazione... forse non c'era più spazio.

Roberto Meroi

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L’articolo a firma di Roberto Meroi è stato pubblicato in prima pagina e seguito a pagina XXIII, sul quotidiano IL GAZZETTINO di Udine, martedì 25 giugno 2013.

2 commenti:

  1. Li chiamano "I CULI DI PIETRA", sono quei giornalisti che stanno nelle redazioni centrali, di Radio, TV, giornali, ben piantati sulle loro sedie. Per loro il mondo finisce nel raggio di 1-2 chilometri dai loro uffici. Il caso del TGR è eclatante, ma non sono da meno i giornalisti delle testate locali.
    Per esempio quelli dei 2 inserti dei "quotidiani di Pordenone", per loro le cose importanti si svolgono nel raggio di 1000 metri dal campanile di San Marco (di Pordenone, in pratica l'unico originale, visto che quello di Venezia è stato ricostruito). Con una variante che forse è anche peggio di quella del TG triestino: loro - con i corrispondenti - fanno la cronaca minuta del territorio di riferimento, il Friuli occidentale (cadute, furti, ecc., ecc.) ma le cose importanti, politiche, economiche, sociali, culturali, sono sempre e solo quelle di PORDENONE città. E provatevi, Voi, a ricordare che c'è anche il legittimo interesse del territorio. Minimo vi cestinano, quando vi va bene, perché potrebbero anche offendervi, come è successo a chi scrive
    più di una volta.
    Ogni ben

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