martedì 9 agosto 2011

QUESTIONE FRIULANA, LE PROMESSE MAI MANTENUTE di Arnaldo BARACETTI



« E che dire dell'impegno dei partiti ad essere autono­mi nelle loro decisioni rispetto al centralismo romano? Pensano di continuare sulla strada centralista fin qui percorsa che prende in giro i friulani con promesse re­golarmente non mantenute?

Quando si fini­rà di prendere in giro la gente, gli amministratori locali su questi temi decisi­vi che riguardano lo svilup­po della democrazia e la capacità di governo del Friuli? »


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QUESTIONE

 FRIULANA


LE PROMESSE


MAI MANTENUTE

 di
ARNALDO BARACETTI



In periodo elettorale sia il Centro Destra sia il Centro Sinistra e la Lega avevano dichiarato la volon­tà di un forte decentramen­to regionale a favore di comuni e Provincie e del personale regionale. Lo stesso discorso vale anche per il governo Berlusconi e i suoi alleati a livello nazio­nale.
Figuratevi che a livello re­gionale noi abbiamo già approvato in consiglio regionale leggi-quadro per il decentramento dalla regio­ne ai comuni e alle provincie. L'ultima, quella del Centro Sinistra, del vicino 2006 che prevede in maniera esplicita al suo articolo 8 la costruzione per il decen­tramento dei poteri regiona­li, organismi comprensoriali di cooperazione tra Comu­ni e che ad essi debbano essere dati poteri, mezzi finanziari e personale regionale.
Ma non è stato fatto niente.
Alla vigilia delle ultime elezioni amministra­tive non si è presentata né da parte del Centro Destra né da parte del Centro Sini­stra, nessuna proposta di legge per l'attuazione della legislazione generale sul de­centramento. Anzi le Comu­nità montane, strumento di decentramento e rinascita della montagna, sono state sciolte.
A questo punto sorge la domanda: «Quando si fini­rà di prendere in giro la gente, gli amministratori locali su questi temi decisi­vi che riguardano lo svilup­po della democrazia e la capacità di governo del Friuli?»
Noi vogliamo che sulle que­stioni che riguardano la va­lorizzazione della lingua, della cultura friulana e del­la nostra economia, come anche delle nostre infrastrutture, si decida qui in Friuli in sede di Comunità delle Provincie friulane, quindi né a Roma né a Trieste.

E così dicasi della attua­zione delta legge dello Stato numero 482, per la scuola in friulano, su cui la Com­missione Paritetica, con il suo presidente Collino, ave­va preso delle decisioni im­portanti suggerite anche dalla Corte Costituzionale e dal Governo nazionale.

Come dicasi dell'impegno ufficiale assunto dalla Com­missione parlamentare di vigilanza sulla Rai e dal governo nazionale che, di fronte ai rappresentanti del­le istituzioni friulane, aveva­no assunto a Roma la volon­tà di portare avanti subito l'introduzione della lingua friulana in apposite trasmis­sioni nelle sedi Rai della regione.

E che dire dell'impegno dei partiti ad essere autono­mi nelle loro decisioni rispetto al centralismo romano?

Pensano di continuare sulla strada centralista fin qui percorsa che prende in giro i friulani con promesse re­golarmente non mantenute?

Non si illudano questi par­titi che la gente accetterà simile sistema e che gli autonomisti non sapranno trovare, nell'interesse del Friuli, la strada dell'unità convergendo per l'avvenire delle nostre popolazioni.

dal Gazzettino – edizione di Udine
lunedì 8 agosto 2011
pagina 1 e 2




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