giovedì 17 marzo 2011

RAI, GIU' LE MANI DAL FRIULANO !




RASSEGNA STAMPA


La legge 482 e la Rai.

 Rai, giù le mani dal friulano 





Messaggero Veneto
17 marzo 2011
Rubrica “Per posta e per e-mail”


FRIULANO E TUTELA:

LA LEGGE 482 E LA RAI

di Roberta Michieli


È veramente disarmante commentare le "sparate" del­l'assessore alla Cultura Elio De Anna sul tema della tutela della minoranza linguistica friulana. L'ultima in ordine di tempo è relativa all'obbligo della Rai di ottemperare alla legge 482/99 mandando in onda trasmissioni in lingua friu­lana. Da ben nove anni la Rai sta violando questo suo obbli­go di legge. Oggi finalmente è stata inserita nel contratto di servizio Rai-governo anche la lingua friulana. Però poi, nel contratto di servizio, hanno ag­giunto anche una clausola che parla di convenzioni. Ossia, in concreto, nulla di fatto è muta­to, dal momento che la Rai pa­re non avere alcuna intenzio­ne di finanziare con il suo bi­lancio trasmissioni in lingua friulana.

Tuttavia Elio De An­na, così leggiamo sulla stampa, dichiara: « Friulano in Rai i fondi ci sono » e « i 200.000 euro necessari arriveranno dallo Stato ». Poi specifica che « i sol­di, che ci sono, saranno parte di quella quota che lo Stato tra­sferisce ogni anno alla Regio­ne per l'attuazione della legge 482 ». Incredibile! Ma Elio De Anna ha mai letto un qualsiasi testo che illustri questa legge? Che cosa sa di politica linguisti­ca di tutela di una lingua mino­re? Ma come? Vuol ridurre i finanziamenti alla scuola in lingua friulana, alla toponoma­stica, agli sportelli linguistici eccetera per « regalare » 200 mi­la euro a Rai Ts per la messa in onda di meno di 30 minuti il giorno (dal lunedì al venerdì), in orario di basso ascolto e di qualità molto discutibile, di trasmissioni in lingua friula­na?

Mi scusi, assessore, ma non ci siamo proprio! Non è con i fondi della legge 482/99 che si devono finanziare le tra­smissioni radiofoniche Rai in lingua friulana, bensì con fon­di specifici assegnati dallo Sta­to e con il bilancio della Rai. Non è così che avviene per le altre minoranze indicate nel contratto di servizio della Rai? E poi mi scusi, assessore: noi friulani il canone Rai lo pa­ghiamo sì o no? Com'è che Rai Ts trasmette in orario di gran­de ascolto "El campanon" in dialetto triestino e poi vuol es­sere pagata per meno di 30 mi­nuti al giorno di scadenti tra­smissioni in lingua friulana?

E posso chiederle perché ha az­zerato i finanziamenti alle emittenti radiofoniche locali che da anni, e con un livello qualitativo altissimo, "produ­cono" trasmissioni in lingua friulana da mattina a sera? Mi riferisco in particolare a Ra­dio Onde furlane e Radio Spa­zio 103, che si sono viste cancel­lare da lei e da Molinaro (Fi­nanziarie 2010 e 2011) i fondi previsti anche dalla legge re­gionale 29/2007, articolo 20. Quand'è che finalmente que­sta legge regionale troverà at­tuazione? La prima cosa che deve fare, e al più presto, è emanare il regolamento del­l'articolo 20 punto 3 della Lr 29/2007 che così recita: «La Re­gione sostiene le emittenti ra­diofoniche che trasmettono programmi in lingua friulana. Il sostegno è proporzionato al­la percentuale di programmi trasmessi in lingua friulana e a quelli prodotti in proprio». E obblighi la Rai a rispettare i suoi obblighi di legge con fon­di propri!

Roberta Michieli - Tavagnacco


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La Vita Cattolica
16 marzo 2011
Rubrica “Giornale aperto” - La lettera


RAI, GIU’ LE MANI

DAL FRIULANO

di Lorenzo Fabbro


In questi giorni la vicenda dei program­mi in lingua friulana in Rai sta tenendo banco sulla stampa mentre i friulani continuano a veder negato un loro di­ritto costituzionale sancito tra l'altro in maniera chiara dalla Legge 482/99. Nonostante un impegno pluriennale e trasversale della po­litica e delle istituzioni locali non si è ancora riusciti a far inserire nel contratto di servizio tra il ministero delle Comunicazioni e la Rai i livel­li minimi di tutela e le sedi locali cui affidare la programmazione come previsto dalla legge 482. Nel nuovo contratto di servizio, l'unica no­vità riguarda l'aggiunta del friulano tra le lin­gue in cui la Rai si im­pegna ad effettuare trasmissioni radiofo­niche e televisive sul­la base di apposite convenzioni.

Se l'introduzione del friulano nel con­tratto di servizio rap­presenta un passo avanti ed è un'impor­tante dichiarazione «di principio», è alta­mente improbabile che solo attraverso questa strada si possa cambiare qualcosa. La programmazione Rai in francese, tede­sco, ladino e sloveno, infatti, è garantita da una legislazione specifica che da contenuto all'e­nunciazione riportata nel contratto di servizio. Per il friulano l'unico riferimento legislativo utile - che prevede cioè un impegno diretto da parte del governo italiano e della Rai - rimane la legge statale 482, le cui modalità di attuazio­ne non trovano spazio nel contratto di servizio. Finché non saranno indicati i livelli minimi di tutela e le sedi locali competenti, dunque, la si­tuazione non cambierà. Lo stesso assessore De Anna ha recentemente parlato di «tempi lun­ghi» e di «percorso non agevole». Sul versante regionale diamo atto della pronta reazione dell’assessore ma registriamo, come abbiamo già fatto altre volte, che mentre lo Stato e la Rai continuano a non applicare la legge 482, la situazione viene scaricata sui soggetti che maggiormente si impegnano per la promozione della lingua friulana a livello locale.

Nel 2010 l'ammi­nistrazione regionale di centro destra ha con­fermato la convenzione con la Rai (200 mila eu­ro), ma ha azzerato le risorse per i programmi in friulano realizzati e trasmessi dalle emitten­ti radiotelevisive private. In pratica si è deciso di finanziare chi produce meno di 30 minuti di programmi radiofonici in friulano al giorno e si sono negate risorse vitali per altri soggetti che producono anche otto ore di programmi ra­diofonici ogni giorno in tale lingua.

 Nonostante numerose proteste e segnalazioni, nel bilancio regionale 2011, con una decisone grave ed in­comprensibile sotto il profilo della politica lin­guistica, l'azzeramento è stato mantenuto sia per i programmi in convenzione con la Rai sia per quelli con le emittenti radiotelevisive locali. Per queste ultime l'assessore si è impegnato a provvedere con le variazioni di bilancio (ma lo aveva già fatto il suo predecessore l'anno prima senza rispettare l'impegno preso...) mentre per la Rai era stato annunciato che la Regione non avrebbe più messo un euro e le spese sarebbero state a carico del servizio pubblico in virtù del nuovo contratto di servizio.

Sulla stampa ab­biamo letto che De Anna annuncia che per il «Friulano in Rai i fondi ci sono» ed i «200 mila euro necessari arriveranno dallo Stato», salvo poi specificare che «i soldi, che ci sono, saranno parte di quella quota che lo Stato trasferisce ogni anno alla Regione per l'attuazione della leg­ge 482».

Se è così, proprio non ci siamo, anzi, ci risiamo. I programmi in Rai devono essere fi­nanziati solo con appositi fondi dello Stato o della Rai stessa e non con i fondi della 482 o fondi regionali. Basta fondi regionali alla Rai per i programmi in convenzione! L'assessore dovrebbe fare quello che si è sentito ripetere in tantissimi interventi durante gli Stati Generali della lingua friulana: emanare i regolamenti at­tuativi della Legge regionale 29/07 e finanziarla adeguatamente, e rispristinare immediata­mente, prima che i danni diventino ancor più gravi, il finanziamento ad un settore strategico e fondamentale della politica linguistica ovvero i programmi in lingua friulana in convenzione con le emittenti radiotelevisive locali.

Lorenzo Fabbro
membro segreteria provinciale di Udine
del Partito democratico

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