martedì 15 marzo 2011

CONFERENCE STAMPE SUL FURLAN A SCUELE, INTES EMITENTIS PRIVADIS E IN RAI: CEMÛT ISE LADE?



CONFERENCE STAMPE
SUL FURLAN A SCUELE,
INTES EMITENTIS PRIVADIS
E IN RAI

CEMÛT  ISE  LADE?
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Conferenza stampa del 15 marzo 2011
Palazzo della Regione - Udine


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 In zonte doi documents consegnâts ae Stampe

DOCUMENT NR. 1


Comitato 482

Comitato per l’autonomia e per il rilancio del Friuli
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FRIULANO A SCUOLA:

BASTA RINVII


La Giunta regionale, dopo lunga riflessione durata tre anni, ci ha edotti nei giorni scorsi circa i suoi piani riguardo all’insegnamento della lingua friulana. Ma quali i tempi reali di attuazione? La Legge regionale sul friulano prevedeva l’approvazione dei regolamenti sulla scuola entro il mese di giugno del 2008; data ovviamente disattesa perché “bisognava riflettere bene”. Dopo un anno e più di inerzia, nel settembre 2009, la Giunta regionale ha approvato degli obiettivi “epocali” sulla lingua friulana: l’approvazione del regolamento per l’insegnamento della lingua friulana, l’istituzione della “Commissione per l’uso sociale del friulano”, la ridefinizione dei contenuti della convenzione con la RAI e l’approvazione del Piano generale di politica linguistica. Nemmeno uno di tali obiettivi è stato raggiunto compiutamente.
In questi giorni, con perfetta nonchalance, la Giunta regionale ci ha presentato un suo nuovo “piano di azione” sull’insegnamento del friulano a scuola, informando però che il regolamento di attuazione (in ritardo di tre anni) “è ancora in fase di definizione”. Ma come, ci chiediamo, visto che la Giunta ha deciso, proprio un anno fa, di costituire una apposita Commissione permanente per l’insegnamento della lingua friulana che già nel luglio scorso aveva formulato una proposta compiuta? Lo abbiamo già chiesto, ma lo ripetiamo: perché esso è stato tenuto nei cassetti? Ormai, peraltro, pare evidente il rischio di saltare anche il prossimo anno scolastico, e sarà il quarto consecutivo.

Veniamo ora ai contenuti del piano di azione prospettato dalla Giunta. Secondo l’Assessore Molinaro, per realizzare l’insegnamento del friulano a scuola servono 2,5 milioni di euro l’anno, una cifra ridicola rispetto, per esempio, a quanto spendono ogni anno la Regione e i suoi tanti satelliti in consulenze. Almeno l’assessore si è preso la briga di mettere i colleghi di fronte a dei numeri concreti e di questo gli va dato merito. Ciò che ci preoccupa, tuttavia, è la risposta della giunta regionale, vale a dire: i soldi non deve metterli solo la Regione, ma anche il Ministero dell’Istruzione. Il che significa che nei prossimi mesi ed anni assisteremo ad un continuo rimpallo di responsabilità fra Regione e Stato su chi e come deve fare che cosa, mentre di friulano a scuola si continuerà a vederne sempre meno. In realtà, la Regione, con apposita legge, si è presa l’impegno di coordinare l’insegnamento della lingua friulana nelle scuole e quindi è chiamata anche a stanziare le rispettive risorse. Se poi ne arriveranno altre da Roma, tanto meglio, ma vogliamo dire molto chiaramente che l’unica responsabilità politica su tale settore è e resterà sempre della sola Regione.

Siamo, quindi, molto amareggiati nel vedere come la politica nostrana sta bistrattando la cultura di un popolo e prendendo in giro i friulani. Siamo anche preoccupati per i nostri bambini e per i nostri genitori che si vedono negato un diritto umano fondamentale, riconosciuto dopo anni di battaglie (50, per la precisione) anche dallo Stato italiano. Non dimentichino i nostri politici che la questione è molto sentita dai silenziosi (ma fino a quando?) friulani: esiste una continua domanda da parte degli istituti scolatici, dovuta alle numerose richieste dei genitori che si attestano – in media – sul 60% delle famiglie, come dimostrano i recenti dati dell’Ufficio scolastico regionale.

Un’ultima domanda, sempre sul settore scuola: che fine ha fatto quella bozza di “norma di attuazione” dello Statuto speciale di cui, in apposito incontro con la Commissione Paritetica, ci era stata assicurata l’approvazione in tempi brevi? Qualcuno ci sta ancora “riflettendo” a Roma o a Trieste? Eppure essa avrebbe risolto molti problemi legati alle competenze regionali sull’insegnamento delle lingue minoritarie nelle scuole. Possibile che questa Regione, in nome dell’autonomia speciale, sia solo in grado di farsi portare via risorse da Roma, anziché vedersi trasferite competenze e risorse?

Comitato per l’autonomia e il rilancio del Friuli
Prof. Gianfranco D’Aronco

Comitato 482
Carli Pup


DOCUMENT NR. 2


Comitato 482

Comitato per l’autonomia e per il rilancio del Friuli
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Radiotelevisione

in friulano:

ennesima violazione

 della 482/99



I mezzi di comunicazione, in particolare radio e televisioni, rappresentano uno degli strumenti principali per la promozione di una lingua, ancor di più quando si tratta di una lingua minoritaria. È per questo che non possiamo nascondere la nostra preoccupazione per la situazione che il friulano sta vivendo in questo settore.
Le ultime notizie relative alla tutela della lingua friulana nel servizio radiotelevisivo pubblico ci pongono di fronte all’ennesima violazione della legge statale 482/99. Il primo comma dell’articolo 12 della 482 dice che Nella convenzione tra il Ministero delle comunicazioni e la società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo e nel conseguente contratto di servizio sono assicurate le condizioni per la tutela delle minoranze linguistiche nelle zone di appartenenza. Assicurare le condizioni per la tutela significa garantire, oltre a quanto esplicitamente indicato dal decreto di attuazione della legge, anche le risorse necessarie per attuarla. Tali risorse vanno reperite all’interno della copertura finanziaria prevista dal contratto RAI – Ministero. Nel contratto di servizio firmato agli inizi di febbraio non solo non ci sono queste risorse finanziarie, ma nemmeno le condizioni minime di tutela richieste dal regolamento attuativo della 482. È dunque evidente che, nonostante la previsione di un’apposita convenzione per le trasmissioni in lingua friulana sia un passo avanti positivo, anche il nuovo contratto di servizio costituisce una nuova violazione della legge 482/99.

Inoltre, in riferimento alle modalità suggerite dall’amministrazione regionale per reperire i fondi per il friulano nella radiotelevisione pubblica, ribadiamo che tali risorse non possono essere sottratte dai già scarsi fondi che la nostra Regione riceve per l’attuazione della 482 sul proprio territorio, ma devono essere assicurate dal Governo italiano e dalla RAI attraverso il contratto di servizio o con apposite convenzioni tra questi due soggetti.

Nel frattempo è fondamentale che la Regione sostenga chi veramente in questi anni ha svolto un ruolo di supplenza del servizio pubblico, cioè le emittenti private che con il loro lavoro hanno garantito la quasi totalità della programmazione radiotelevisiva in lingua friulana. Per farlo servono soprattutto due azioni: predisporre i regolamenti attuativi della legge regionale 29/07 dando così attuazione al provvedimento, e ripristinare le risorse per le emittenti private. L’amministrazione regionale, infatti, ha azzerato i fondi a disposizione per tali emittenti: un provvedimento messo in atto con la legge finanziaria per il 2010 e confermato, nonostante le promesse, anche per il 2011. Ci auguriamo dunque che sia dia attuazione senza ulteriori ritardi alla legge regionale sul friulano e che, come promesso dall’assessore Elio De Anna, si garantiscano nel più breve tempo possibile le risorse adeguate per le convenzioni con le emittenti private. L’alternativa sarebbe un colpo mortale a quanti in questi anni hanno garantito con i fatti un servizio radiotelevisivo di pubblica utilità in lingua friulana.

Comitato per l’autonomia e il rilancio del Friuli
Prof. Gianfranco D’Aronco

Comitato 482
Carli Pup

 
                                                              
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