martedì 6 luglio 2010

Friulano, nuove norme di attuazione dalla paritetica

Portale Diocesi di Udine

UDINE (5 luglio, ore 15) - Chiudere la questione dell' applicazione della legge regionale di tutela, valorizzazione e promozione della lingua friulana entro la fine dell'anno, alla luce della sentenza del 2009 della Corte Costituzionale: è l'assicurazione che l'on. Giovanni Collino, Presidente della Commissione paritetica Stato-Regione Friuli Venezia Giulia, ha dato oggi in un incontro a Udine, nella sede della Provincia. Particolare attenzione sarà posta alla parte che la legge dedica in materia di estensione delle funzioni regionali sull’insegnamento della lingua friulana nelle scuole, partendo dalla proposta elaborata dal Comitato per l’autonomia per ed il Rilancio del Friuli. L’occasione per fare il punto sulla situazione è stato l’incontro tra i componenti della paritetica (presenti anche il presidente della provincia Pietro Fontanini e i professori Mario Bertolissi e Leopoldo Coen) con il sindaco di Udine Furio Honsell, il rettore dell’Università degli Studi di Udine Cristiana Compagno, il delegato ad omnia dell’arcidiocesi mons. Giulio Gherbezza, il rappresentante della Società Filologica Friulana Federico Vicario, l’esperto di tutela delle lingue minoritarie l’avvocato Guglielmo Cevolin, i componenti del Comitato per l’autonomia del Friuli Gianfranco D’Aronco, Arnaldo Baracetti e Roberto Dominici, nonché il rappresentante dell’Istituto “Pre Checo Placerean” William Cisilino.

Sentenza corte costituzionale. La riunione ha preso le mosse dalle indicazioni fornite dalla Corte Costituzionale con la sentenza emessa lo scorso anno. Come spiegato nel corso dell’incontro, la censura della Corte riguarda le modalità con le quali i principi si esercitano ma ha il pregio, da un lato di riconoscere alla lingua friulana il diritto alla tutela e, dall’altro, di convalidare tutti i principi della legge regionale 29/2007 quali l’uso del friulano nelle pubbliche amministrazioni e la possibilità di insegnamento nelle scuole.

Fiulano a scuola. I rilievi che la Consulta ha fatto con riguardo alla lingua nella scuola in quanto norme lesive dell’autonomia scolastica possono essere superati, d’intesa con l’Autorità scolastica, in sede di Regolamento di attuazione o quantomeno in sede di concertazione tra Regione ed Autorità scolastica. E se “la strada” per risolvere il problema della rifondazione della competenza passa per il Regolamento di attuazione, l’altro problema evidenziato, quello organizzativo, non può che trovare la sua soluzione nell’organismo che, tra i suoi obiettivi, ha proprio la diffusione della lingua e la cultura friulana: l’Università. Il vulnus sta infatti nella formazione di un albo di docenti di lingua friulana: come riferito dal rettore Compagno si tratta di una competenza primaria dell’Università che non dovrebbe, per altro, comportare costi aggiuntivi rilevanti. Il problema, come evidenziato da Collino, sta anche nel difficile momento di congiuntura economica, momento che potrebbe negativamente incidere anche in quest’ambito.

Risorse economiche. “Per quanto riguarda gli aspetti economici – ha detto il presidente della Provincia, Fontanini – penso che con il federalismo fiscale potremmo decidere noi come utilizzare i nostri soldi. E sono sicuro che, dai friulani, avremo un ampio consenso vista ad esempio la massiccia adesione a far sì che i propri figli abbiano la marilenghe tra le proprie materie di studio (30 mila ragazzi ogni anno, ndr.). E questo – ha aggiunto – nonostante le campagne di demonizzazione sui presunti sperperi in materia di friulano”





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